Onde demografiche di CINA, INDIA, USA

Onde  demografiche di CINA- INDIA- USA. Le solide differenze del mondo che ci aspetta – di Carlo Alberto Rinolfi (*)

Onde demograficheUn accurato studio dell’associazione Neodemos esamina le dinamiche demografiche di  Cina, India e Usa  (1).Tre paesi nei quali vive il 42% della popolazione mondiale: circa 3 miliardi di persone che sono cresciute molto negli ultimi 30 anni ma meno di quanto sia avvenuto nel resto del mondo. Per il futuro si stima che proseguirà la tendenza alla riduzione del loro  peso relativo fino a raggiungere  il 29% nel 2100.  Sul piano della crescita demografica i tre titani corrono dunque meno velocemente del resto del mondo, ma corrono anche con ritmi e modi molto differenti tra di loro. Nel 2025 la Cina cederà il primato del paese più popoloso all’India  e nel 2100 avrà 300 milioni di persone in meno rispetto a oggi, assestando la sua  popolazione su un valore doppio di quello americano.

Onde demografiche 2Tutto questo sta avvenendo  mentre la temuta bomba demografica “non è veramente esplosa, e si sta lentamente disinnescando, ma la crescita della popolazione mondiale (accelerata fin verso il 1970, rallentata in seguito) continuerà ancora per alcune decine di anni, contribuendo quindi a creare una pressione sulle risorse del pianeta quale mai si è vista in passato” (Massimo Livi Bacci). Ci aspetta dunque un mondo con:

  • perdita di peso demografico (e quindi anche economico e politico) del mondo “occidentale”
  • pressione migratoria dalle aree più povere verso quelle più ricche
  • costante tendenza all’urbanizzazione
  • invecchiamento demografico.

La vera bomba demografica da disinnescare potrebbe essere non quella del sovrappopolamento, ma quella dell’invecchiamento legata al declino della fecondità e all’allungamento della durata media della vita. Tutto ciò non significa che il problema demografico sia risolto e , a questo proposito,  il demografo ci ricorda che solo nell’ipotesi migliore nel 2100 il tasso d’incremento sarà prossimo allo zero e la popolazione sarà stazionaria. L’India con 1.550 milioni di abitanti dovrebbe aver distaccato nettamente la Cina, regredita a 941 milioni e insidiata dalla Nigeria, che, con 729 milioni, dovrebbe aver quintuplicato la popolazione attuale.

onde demografiche 3Le risorse del pianeta  non saranno però in grado di assolvere tranquillamente il loro compito di nutrire  la nostra specie senza gli  interventi. L’impronta ecologica è già oggi squilibrata (2). Venendo alle dinamiche demografiche dei paesi in questione si scoprono decisive differenze  accanto  al megatrend generale dell’aumento della popolazione urbana con i relativi pattern di consumo.

Stati Uniti:   la natalità è tra le più alte nel mondo occidentale, la struttura per età è assai meno invecchiata di quella europea. Sono l’unica grande regione del mondo sviluppato per la quale è prevista una consistente dinamica demografica, con un incremento del 30%. Se i conti demografici sembrano in ordine, preoccupano però due aspetti:

Onde demografiche 41) il sistema-salute più costoso al mondo che riesce a garantire livelli di sopravvivenza inferiori a quelli Europei e lontani da quelli Giapponesi

2) la  questione migratoria aggravata da un farraginoso sistema di ammissione legale nel paese e dalla presenza di 11 milioni di immigrati irregolari. Il paradosso è che sin dalle origini di questo vasto paese l’immigrazione è sempre stata  il motore del cambiamento più profondo.

Cina :  Il successo della pianificazione delle nascite è sicuramente dipeso dalla mancanza di alternative per la popolazione, ma anche dal consenso nei riguardi di una strategia riproduttiva funzionale al raggiungimento dello sviluppo economico del paese. Terminata l’emergenza demografica, quattro altri temi diventano rilevanti:

Onde demografiche 51)    il controllo della fecondità

2)    l’ invecchiamento

3)    le migrazioni

4)    l’aborto selettivo.

Dove per migrazioni si  intendono quelle interne verso tutta la fascia orientale in cui  sono concentrate le grandissime aree metropolitane, i nuovi motori dello sviluppo,  e il 41,4% dei cinesi che ha assorbito i quattro quinti della crescita del paese. La redistribuzione interna della popolazione si sovrappone ad un’intensa migrazione dalle aree rurali a quelle urbane, molto forte non solo nella fascia orientale, ma anche nelle altre macroregioni. La popolazione urbana tocca il 50% del totale, rispetto al 37% del 2000, e nel decennio è aumentata di 207 milioni mentre quella rurale è diminuita di 133. Beijing e Shanghai sommano 43 milioni di abitanti: col 3,2% della popolazione hanno assorbito il 17,1% dell’aumento della popolazione totale nel decennio.

India: prima del 2030 diventerà il paese più popoloso del mondo, superando la Cina. Oggi la densità del paese si avvicina a quella dell’Olanda ed è doppia di quella dell’Italia, un esempio emblematico della sfida drammatica della crescita umana ai limiti dello spazio e delle risorse. Onde demografiche 6Le politiche demografiche non hanno ottenuti i risultati auspicati. La molteplicità di etnie, lingue, culture, caste, hanno ostacolato e distorto gli impulsi politici dal centro in parte amministrati in modo inefficiente  e inadeguato. Una democrazia disordinata e una amministrazione spesso prigioniera degli interessi particolari della molteplicità delle autonomie  sta gestendo uno sviluppo che negli ultimi vent’anni è  proceduto con alti tassi di crescita. Per l’India tra le aree  critiche si possono segnalare:

1)    una povertà estrema in cui vivono ancora centinaia di milioni di persone (la malnutrizione colpisce l’infanzia con tassi altrettanto elevati di quelli dei poverissimi paesi dell’Africa sub-sahariana)

2)    l’aborto selettivo delle bambine, che sta assumendo dimensioni di massa

3)     gli effetti delle pressioni del libero di mercato in agricoltura, che hanno generato catene impressionanti di suicidi.

Con tutti i suoi problemi che si riconducono ad un elevatissimo livello di diseguaglianza sociale, l’India è  però anche il paese dei grandi progressi nel campo della Information Technology  che attrae giovani già formati dai paesi occidentali.

IT industry exposition in Bangalore on Monday - Reuters
IT industry exposition in Bangalore on Monday – Reuters

L’India si sta scoprendo come paese di destinazione di popolazioni straniere anche grazie al fatto che negli ultimi anni  è riuscita a capitalizzare l’istruzione in lingua inglese, diventando una meta importante di outsourcing per le società multinazionali, oltre che per il turismo tra i BRICS.

Per il futuro si tratta di capire in che misura l’IT  potrà contribuire ad attenuare le differenze  a partire dalla soluzione delle inefficienze del sistema, di cui un esempio emblematico è il Sistema di Distribuzione Pubblico (PDS) (4).

Come sempre le dinamiche quantitative demografiche delle popolazioni nascondono le onde lunghe dei loro cambiamenti  strutturali e ci aiutano a capire quanto è solidamente differenziata la realtà e dove sta cercando di andare  il mondo che è sicuramente globalizzato ma niente affatto ‘unico’.

(*) Presidente Mondohonline

(1) “Tre giganti: Cina, India, Usa“, a cura di Massimo Livi Bacci e Gustavo De Santis, Associazione Neodemos, 2013. http://www.neodemos.it

(2)   L’impronta ecologica misura di quanta superficie, in termini di terra e acqua, la popolazione necessita per produrre, con la tecnologia disponibile, le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti prodotti. L’Ecological Footprint Atlas 2010 sostiene  infatti che a partire dalla metà degli anni ‘80 l’umanità stia vivendo in al di sopra dei propri mezzi in termini ambientali, e che attualmente la domanda annuale di risorse utilizzate sia superiore di un terzo a quanto la Terra riesce a generare ogni anno.

 (3) PDS – È composto di quasi mezzo milione di piccoli negozi, sparsi in tutto il paese, la cui missione è quella di calmierare i prezzi di mercato e – soprattutto – di rendere disponibili, per i settori più vulnerabili della popolazione ed a prezzi sussidiati, cereali ed altre merci indispensabili per la sussistenza.

Pubblicato da Daniela Mainardi

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